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Le isole Eolie

"Nessun viaggio in Sicilia è completo senza un' avventura alle Isole Eolie"

L'arcipelago

L'arcipelago delle Isole Eolie prende il nome dal Dio Eolo, dio incontrastato dei venti, ed è formato da sette isole disseminate lungo la costa nord orientale della Sicilia, esse sono sparse come a formare una grande Y di cui Vulcano è l'estremità più bassa ed Alicudi e Stromboli le due punte rispettivamente più a ovest e più a est.

Sono state definite le "sette perle del mediterraneo", questo perché sono isole di straordinario fascino. Si tratta di vulcani sempre attivi e quando ci si avvicina non si può fare a meno di essere invogliati ad esplorarle. Panarea è la più piccola ma anche la più frequentata da giovani ed offre una vita notturna niente male. Chi va a Vulcano non può non immergersi almeno per un minuto nel laghetto naturale dei fanghi caldi. Lipari, la più grande, è detta la montagna bianca perché costituita dalla pomice una pietra che in acqua sta a galla. Salina è l'isola  famosa per i capperi e per la produzione di Malvasia il famoso nettare degli dei. Stromboli si presenta come un enorme gigante nero col pennacchio infatti quando il sole tramonta è possibile vedere la fiamma del vulcano uno spettacolo unico al mondo. Rimangono Alicudi e Filicudi che sono le più antiche e tutte e due dotate di straordinaria bellezza in quanto sono le più incontaminate. Questo perché la sera, come vita notturna, non offrono molta scelta. Quindi sono frequentate, principalmente, da persone che vogliono rilassarsi il più possibile godendosi paesaggi unici al mondo. Il nostro consiglio e quelle di poterle visitare tutte perché ne vale veramente la pena.

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Alicudi e Filicudi

La prima, la più isolata a ponente dell’Arcipelago del fuoco, è un perfetto tronco di cono, conosciuta anticamente come Ericusa, ossia ricca d’erica.

La seconda, più allungata grazie al promontorio di Capo Graziano, era chiamata Phoenicusa, piena di felci. Sorelle gemelle per vocazione, queste due isole sono uno degli ultimi approdi dove l’equilibrio tra uomo e natura è rimasto cristallizzato. Pensate che la rete elettrica nelle case è arrivata appena vent’anni fa. Il modo migliore per godersele è ovviamente in barca. Ma anche solo muniti di gambe, l’esperienza è indescrivibile. Per cui, se siete nei paraggi e avete controllato il bollettino meteo per bene (se c’è vento, dal Maestrale allo Scirocco è impossibile avvicinarsi, così come ripartire) fatevi un regalo: sbarcate e godetevi queste oasi di pace.

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Alicudi

La prima cosa da sapere è che dopo lo sbarco a Scalo Palomba l’unico mezzo di locomozione saranno i vostri piedi, a parte gli asini per il trasporto bagagli: niente strade per veicoli di qualunque genere, nemmeno biciclette. Solo affascinanti vicoletti e scalinate di pietra lavica (i princhi) costruite nel corso dei secoli, per andare alla scoperta di panorami emozionanti. Per raggiungere il cratere della Montagnola, gambe in spalla per 3 orette buone di camminata percorrendo una strada lastricata di pietre; si può passare anche per il Serro della Farcona, costeggiato da notevoli precipizi. Altra tappa è la frazione di San Bartolo, famosa per la chiesa dedicata al patrono delle Eolie, dove la terrazza regala un’emozione di quiete e pienezza indimenticabile, senza dimenticare il Timpone delle Femmine, un antico fortino dove si nascondevano donne e bambini durante le incursioni dei pirati. Per gli appassionati di pesca subacquea (ricciole e cernie vi aspettano) le immersione consigliate sono attorno allo Scoglio della Jalera.

In tutto gli agglomerati sull’isola sono sei: Bazzina, preferibilmente raggiungibile con una barca, Contrada Pianicello, abitata da una colonia di tedeschi, Contrada Sgurbio, ad est dell’isola con solo 5 case che hanno i nomi dei cinque sensi, la già nominata San Bartolo, Contrada Tonna e Alicudi porto, dove si trovano, come ogni piccolo paese d’altri tempi che si rispetti, le uniche due botteghe di generi alimentari e l’ufficio Postale. Se non siete amanti delle escursioni e del camminare in generale, cercate la vostra base in basso, verso il porto: Casa Mulino, Casa Silvana o l’Ericusa, unico hotel sull’isola, sono quello che fa per voi. Altrimenti, siate audaci e optate per una sistemazione aggrappata alle pendici dell’isola insieme agli arcudari, magari in una villa panoramica come La casa dell’Ibiscus. In qualunque caso, è bene sapere che la vita qui è spartana, ma ricca di sapore. Gustatela, osservando un momento di vita quotidiana che pare una foto d’epoca, mentre sbocconcellate come ciliegie i migliori cucunci, i fiori del cappero, deliziandovi di uno splendido mare.

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Filicudi

Distante all’incirca dodici miglia marine dall’aspra Alicudi.

Segnata da antiche colate laviche si mostra aspra,  rocciosa, con lineamenti fatti di coste vertiginose, modulate da grotte, faraglioni, insenature, e isolotti. È nella parte sudorientale che si fa più dolce, permettendo gli insediamenti umani sin da tempi remoti, come i resti archeologici del villaggio preistorico sulla punta Capo Graziano ci ricordano.

Filicudi regala un mare indescrivibile, ma conoscerla significa esplorarne anche l’interno.
Qui una strada asfaltata percorsa da auto la trovate, lunga ben 7 km, che dal porto arriva a Val di Chiesa, dove sorge la chiesa dedicata a Santo Stefano, fino a Pecorini a Mare, con il suo piccolo molo. Perché, però, perdersi tutta l’attrattiva e non percorrere le vecchie mulattiere, suggestive e ricche di profumi come quello del finocchietto selvatico, che vi portano a Canale e Rocca Ciavoli tra gli ospitali abitanti? Per ammirare poi uno stupendo panorama sull’arcipelago, ci si inerpica fino alla Fossa delle Felci, punto più alto dell’isola, raggiungibile da Val di Chiesa, proprio grazie ai sentieri punteggiati di fichi d’india, ginestre e macchia mediterranea.

È Pecorini Mare comunque il ritrovo dell’isola: piccolo borgo tra mare e montagna che d’estate viene preso d’assalto dalle barche per accaparrarsi una boa. Magari solo per prendersi un aperitivo in costume e ciabatte al mitico Saloon dei Triolo o viziarsi con un prelibato piatto a La Sirena o all’Invidia: tipo l’irreplicabile pasta con una sorta di pesto fatto di pomodorini, mandorle e basilico. Per non parlare del pesce. Un indirizzo nell’entroterra è certamente Villa la Rosa , dove oltre a deliziarvi con gustosi manicaretti caserecci, si balla all’interno del discobar. Per soggiornare si possono scegliere appartamenti in affitto, come A’ Tana , oppure hotel come La Canna o Phenicusa.

Ed eccoci arrivati al capitolo mare, vera meraviglia dell’isola: le giornate in barca ne esaltano la natura di fuoco. E' possibile fare escursioni con dei piccoli gozzi che possono essere affittati da soli oppure insieme ad altre persone. A Pecorini ci sono, oltre allo Yachting club e un lido sul mare realizzato nel 2011 perfettamente integrato nella natura che accarezza le acque cristalline, il Lidalina, due centri nautici presso i quali noleggiare barche, scooter e attrezzature per immersioni: I Delfini Marcopolo. Si possono così raggiungere alcune delle spiagge più belle dell’isola, come Valle Muria oppure Praia Vinci dove ci si arriva solo in barca. Assolutamente da fare le gite allo Scoglio del Giafante, conseguenza di un’eruzione vulcanica della quale è rimasta solo la colonna lavica del centro, e alla famosa Grotta del Bue Marino vicino a Punta Perciato. Famosa sia per i giochi di luce incantevoli ma soprattutto grazie ai flutti del mare che paiono i muggiti di un bue. A poca distanza si erge lo Scoglio della Canna, molto amato dai subacquei per i coralli e le spugne. Il tramonto, romantico e suggestivo, ce lo si gode da Stimpagnato, con la Canna ed Alicudi a esaltarne i colori.

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Come arrivare: Alicudi e Filicudi sono raggiungibili con collegamenti marittimi da Palermo, Milazzo, Messina, Reggio Calabria, Napoli e da Patti Marina, tramite aliscafo o traghetto. I collegamenti subiscono variazioni stagionali, ed alcuni sono completamente sospesi durante la stagione invernale. Consigliabile quindi verificare con le compagnie di trasporto, come Siremar NGI, la tratta.

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Info utili: ad Alicudi non esistono banche né bancomat, quindi regolatevi. Anche a Filicudi non è così semplice prelevare: l’unico bancomat si trova nel cortiletto del bar ristorante da Nino al porto. Ad agosto su entrambe le isole ormai c’è il “tutto esaurito”: scegliete un altro periodo per visitarle, magari tra aprile e giugno, oppure provvedete per tempo.

Alicudi e filicudi

Salina

Salina, la seconda più grande isola dell’arcipelago delle Eolie, possiede un fascino poetico che ammalia chiunque vi approdi. La sua natura rigogliosa, dovuta alle numerose sorgenti di acqua dolce che hanno fatto di questa terra la più verde di tutto l’arcipelago.

È famosa per la Riserva Naturale che occupa oltre la metà del territorio ed è raggiungibile seguendo suggestivi itinerari naturalistici adatti a chi voglia godere di un incantevole panorama su tutte le vicine Isole.

Amministrativamente autonoma dal resto dell'arcipelago, Salina ha addirittura tre comuni: Malfa, Santa Marina e Leni.

Gli approdi di navi e aliscafi sono due, Santa Marina che è anche il porto turistico dell'isola e il porticciolo di Rinella.

Il più alto dei due monti di Salina, il Monte Fossa delle Felci 962 mt, ospita nel cono un bellissimo bosco di Felci, mentre il Monte Porri 860 mt, è la dimora del Falco della Regina. La durata della scalta è di circa 2 h a piedi e la via più consigliata è dal Santuario della Madonna del Terzito a Valdichiesa.

L’intera isola è collegata da comode strade rotabili, che si attorcigliano lungo le pendici dei monti, attraversando spettacolari colate laviche.

Il miglior modo per visitare l’isola è sicuramente quello di noleggiare uno scooter o un automobile, in ogni caso nel periodo estivo un efficiente servizio di autobus si protrae fino a tarda sera.

Santa Marina è il più grande porto turistico delle Eolie.

Le sue bellissime spiagge sono molto frequentate durante il periodo estivo e il centro storico è ricco di piccoli negozi dove dedicarsi a un po’ di shopping, qui potete visitare il Museo del Vino, Salina ospita una grande produzione di Uva Malvasia e i vigneti sovrastano gran parte del territorio. Nella piazzetta troverete la piccola Chiesa dedicata all'omonima "Santa Marina".

Il Lungomare è accompagnato da una lunghissima spiaggia che dal porto costeggia tutto il paese.

Da Santa Marina, dopo circa 2 Km, si raggiunge la frazione di Lingua, con il lago di acqua salmastra dal quale in tempi passati si ricavava il sale e dal quale prende il nome l'isola. All'interno del Faro è stato istituito il museo del Sale e del Mare.

A pochi passi dal laghetto troviamo il Museo Civico e il Museo Archeologico dell'Isola.

Qui un bellissimo lungomare costeggia una spiaggia di ciottoli mista a sabbia.

La zona è una delle più belle dell'Isola e sul lungomare non mancano ottimi ristoranti tipici.

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Siti archeologici

In località Serro dell’Acqua, a Santa Marina, un sentiero, conduce alle "Grotte Saracene", scavate nel tufo e nascoste da una fitta vegetazione, utilizzate come rifugio per sfuggire alle atroci barbarie commesse dai saraceni nel 650 d.C.

 

Da non perdere anche il "sito archeologico di Portella" un villaggio dell’età del Bronzo Medio (XV-XIII sec. a.C.) di eccezionale bellezza e conservazione, che si erge su una ripida cresta vulcanica percorribile a piedi attraverso una lunga scalinata dalla quale ammirare scorci panoramici sull’orizzonte.

Le capanne sono a pianta ovale o circolare di circa 3-4 metri di diametro, scavate interamente nella roccia vulcanica (lapillo) e foderate da un muro a secco costruito con grandi pietre di mare e pietre vulcaniche.

 

La Malvasia e Il Cappero di Salina

La Malvasia è prodotta con l’uva raccolta nella prima quindicina di settembre e i grappoli sono esposti in terrazze in modo che l’appassimento attraverso il sole aiuti a raggiungere la giusta gradazione zuccherina.

Salina è famosa anche per un altro prodotto: i capperi di Salina, presidio Slow Food.

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Salina

Lipari

In antichità, era chiamata “Meligunis”, dolce, in greco. L’isola racchiude in sé quel mix di bellezze naturalistiche, rarità geologiche ed echi di millenni di storia che hanno portato l’Unesco, nel 2000, ad includere l'arcipelago delle isole Eolie nella lista del Patrimonio dell’umanità.

Un tour di Lipari non può che iniziare dalla piazzetta di Marina Corta, dove, all’ombra della chiesetta del Purgatorio che sembra galleggiare sul mare, i pescatori attraccano il proprio gozzo e si fermano a chiacchierare e riparare le reti o le nasse, indispensabili la pesca dell’aragosta. Qui Poseidone ha dato da vivere a intere generazioni. Ma oggi, almeno nella stagione turistica, i gozzi diventano taxi per le spiagge e i pescatori vestono i panni di esperti skipper “Ciceroni” che guidano escursioni in giornata alla scoperta delle altre isole. Da Marina Corta, risalendo via Garibaldi (e resistendo alla tentazione di perdersi nei vicoletti dal sapore arabeggiante) si arriva alla Civita, la cittadella fortificata che domina il centro abitato.

L’acropoli e il Castello di Lipari sono uno straordinario esempio di stratificazione storica (gli scavi hanno portato alla luce 10 metri di stratigrafia culturale) e racchiudono monumenti e reperti che vanno dal Neolitico al 1800, passando per le dominazioni greca  e romana, bizantina, araba, normanna, sveva, aragonese e spagnola. Insomma, un vero libro di Storia a cielo aperto.

Per approfondire, vale la pena fare un’Odissea tra le cinquanta sale del Museo archeologico regionale eoliano "Luigi Bernabò Brea", uno dei più importanti del Mediterraneo, prima di visitare la Cattedrale di San Bartolomeo, risalente al 1130 d.C. circa e rimaneggiata in varie epoche, fino al 1861, anno di costruzione della facciata in stile tardo baroccheggiante.

Accanto, i resti del normanno Monastero del Santissimo Salvatore, con un pregevolissimo chiostro in cui colonne e capitelli sono in parte di riuso da monumenti romani e in parte di realizzazione medievale.

Di rito, anche una passeggiata “sul Corso”: così i Liparoti chiamano via Vittorio Emanuele, lunga via principale che conduce al porto Sottomonastero, da cui poi si snoda la lunga baia di Marina Lunga. 

 

Come arrivare: Il modo più veloce per arrivare a Lipari è viaggiare in aliscafo (1 ora) o in traghetto (2 ore circa) partendo da Milazzo. Altri collegamenti (attenzione, potrebbero essere solo stagionali) partono da Messina e Palermo in Sicilia, da Reggio Calabria e Vibo Valentia, in Calabria, e da Napoli in Campania.Le compagnie di navigazione che servono le Eolie sono LibertyLines (info: libertylines.it), Siremar (info: siremar.it), Caronte & Tourist (info: carontetourist.it) e Snav (info: snav.it).

Lipari

Vulcano

L’antica Hiera (sacra), secondo i Greci dimora del Dio del Fuoco Efesto, è l’isola più a sud dell’arcipelago eoliano ed è la più vicina alla Sicilia. E’ separata dalla vicina Lipari da un canale largo circa 1.6 km. La sua superficie è di 21 kmq. Dal punto di vista geologico, l’isola è formata da 4 vulcani: Lentia, Vulcano Piano, Fossa di Vulcano e Vulcanello. L’unico da considerarsi ancora attivo è il Vulcano della Fossa. L’attività vulcanica di quest’isola fu nota fino dall’antichità ai greci e ai romani, che ne furono fortemente impressionati.

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Lungo l'istmo che separa Vulcanello dall'isola si affacciano le baie di Porto Levante e Porto Ponente.

La prima frequentatissima grazie alle sue acque calde dovute ad ebollizioni sottomarine causate dalla fuoriuscita di gas caldi dai fondali ; la seconda invece particolare per la sua sabbia nera finissima e per gli impianti turistici proprio a ridosso del mare.

La pozza dei fanghi nella zona della spiaggia di Levante, è una delle caratteristiche principali dell'isola e richiama ogni anno innumerevoli visitatori grazie alle sue proprietà terapeutiche.

Dalla parte opposta dell'isola si trova la solitaria spiaggia del Gelso raggiungibile sia via terra che via mare e frequentata anche per i tipici ristorantini.
Attrattiva tipica dell'isola è la salita al cratere, che dura circa un'ora e consente arrivati in cima di ammirare uno dei panorami più suggestivi delle eolie con veduta su tutte e sette le isole.

Vulcano
Panarea

Panarea

Panarea è la più antica isola delle Eolie e con gli isolotti circostanti di Basiluzzo, Spinazzola, Lisca Bianca, Dattilo, Bottaro, Lisca Nera e gli scogli dei Panarelli e delle Formiche forma un piccolo arcipelago che rappresenta quel che resta di fenomeni eruttivi di un unico bacino vulcanico, oramai quasi del tutto sommerso ed eroso dal mare e dal vento. Lunga appena 3 chilometri e larga 2, Panarea è un’isola frenetica e mondana durante il mese di agosto, mentre dai ritmi decisamente più rilassati durante il resto dell'anno.

Panarea è un'isola, per certi aspetti decisamente unica per via di molti elementi: i profumi della macchia mediterranea, l’aria priva di inquinamento in quanto non circolano macchine e ci si sposta a piedi o con piccoli ecotaxi, l’architettura eoliana intatta non deturpata da pali e fili elettrici (tutti interrati) con case a cubo, i terrazzi a filo, le linee scombinate disegnate dalle buganvillea sulle mura bianche e splendenti.

Il piccolo e pittoresco porto di San Pietro, Ditella e Drautto sono gli unici centri dell’isola. 

La costa molto eterogenea presenta alte scogliere frastagliate nei versanti settentrionali e occidentali mentre le spiage si trovano sul versante orientale dell'isola. 

- Sul lato nord-est dell’isola, sulla Spiaggia della Calcara, nei pressi di Ditella, è possibile scorgere fumarole di vapori che si levano dalle fessure fra le rocce, ultime tracce di attività vulcanica.

- La Baia di Cala Junco è la più famosa piscina naturale dell’isola, caratterizzata da un’acqua cristallina e racchiusa tra le rocce del promontorio di Punta Milazzese. 

- Caletta Zimmari è l’unica spiaggia dell’isola situata tra il centro abitato e Punta Milazzese, molto frequentata dai turisti durante il periodo estivo e caratterizzata dal colore rossastro della sabbia.

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Molto suggestive sono anche le spiagge dell'isolotti di Basiluzzo e Lisca Bianca, in quest'ultima per gli amanti delle immersioni è possibile fare un tuffo al relitto della nave inglese o tra i ricchi fondali di Le Formiche.

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Stromboli

La più lontana e la più orientale delle Eolie,. Gli antichi la chiamarono Strongyle, la rotonda.

Ha una superficie di 12,6 Kmq ed è popolata dagli strombolani. L’isola è un vulcano attivo di circa 920m che emerge dal mare. La parte emersa, in attività persistente da 2000 anni, si è formata principalmente durante due cicli d’attività. Un ciclo antico, costituito da eruzioni di materiale solido e da colate di lava, che ha formato tutta la parte orientale dell’isola e un ciclo più recente, sostituito principalmente da colate laviche, che ha formato tutta la metà occidentale dell’isola.

Nell'isola sono presenti solo due piccoli centri abitati, Stromboli, suddiviso nelle località di San Vincenzo, Scari che ospita anche l'approdo, Ficogrande e Piscità e sul versante opposto dell'isola il piccolo borgo di  Ginostra, popolato da una quarantina di abitanti, situato lungo la costa sud orientale e raggiungibile esclusivamente via mare attraverso il porto/approdo più piccolo del mondo "u Pirtusu".

A fare compagnia al vulcano si trova l'isolotto di Strombolicchio, residuo di un antico camino vulcanico inabitato ove è presente un faro del tutto automatizzato.

Caratteristica dell'isola, oltre alle stradine strette percorribili a piedi o con lambrettini o motorini elettrici, è la mancata illuminazione nelle strade che rende le passeggiate notturne sotto il cielo stellato un'esperienza unica. 

Assoluta particolarità dell'isola è il modo in cui si possono trascorrere le serate in compagnia dello spettacolo dei lapilli e delle colate laviche, osservabili in barca dal lato della Sciara del fuoco o sul vulcano, esclusivamente accompagnati da una guida esperta autorizzata, o ancora andando a pesca di totani con uscite in barca organizzate.

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Stromboli

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